Già sono le otto,
la gente si prepara ad andare lavorare
Parte cosi
sempre senza prendere il tempo di mangiare
Nella
metro, che fortuna, il mio vicino ha dimenticato di profumarsi
In ogni
modo, siamo tutti obbligati di frequentarsi
Arriviamo
in ufficio, già alle nove alcuni sono costretti ad arrabbiarsi.
È sempre
colpa dell’altro scemoForse me stanno per criticare
Rifiuto di
praticare
Questa
lingua che non è adoperata altro che per provocare
I
pettegolezzi, sono cose che dovrei sentire
Ma
preferisco far finta di dormire
E di
continuare a sognare
O di
essere preoccupata
Del mio
monitor che fa finta di non capire
E che per
cominciare ci mette tempo a non finire.
E io che
non avevo voglia di lavorare!
Allora
guardo dalla finestra e mi metto a pensare
che la
libertà è difficile a comprare
Spetta a
me di afferrarla
E il più a lungo che io possa, conservarla.
Mezzogiorno,
tutti: pettegole, capo, segretarie, tutti i prototipi della terra
cominciano a sorridere
E
smettono di piangere
All’idea
di andare a mangiare,
acqua
vino, cibo pepato, salato e dolce sono fatti per tutti riconciliare.
Giumelina
Giumelina
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